“Pratiche” consiste in una esplorazione flash del territorio attraverso il ri-utilizzo di alcunI “ATTEGGIAMENTI FOTOGRAFICI” utilizzati da artisti e fotografi durante la storia del mezzo.

 



manifesto

I dadaisti, di passaggio a Parigi, volendo rimediare all’incompetenza delle guide e dei ciceroni sospetti, hanno deciso d’intraprendere una serie di visite in dei luoghi prescelti, in particolare quelli che non hanno nessuna ragione di esistere. E a torto che si insiste sul pittoresco, sull’interesse storico e sul valore sentimentale. La partita non è persa, ma bisogna agire in fretta. Partecipare a questa prima visita, significa rendersi conto del progresso umano, delle distruzioni possibili e della necessità  di seguire la nostra azione che voi incoraggerete con tutti i mezzi.

Nel 1921, Dada compie la prima di una serie di visite nelle zone urbane marginali di Parigi come forma di critica alla mercificazione capitalistica dei centri urbani. Se passeggiare nella Parigi degli Champs Elysees è ormai esclusivamente una esperienza consumistica e una partecipazione al sistema di produzione capitalistico, passeggiare nei margini della città diventa un modo per riaffermare il diritto allo spazio pubblico e il diritto ad un utilizzo “inutile” e non produttivo dello stesso.
Dada opera così una “trasformazione” estetica dello spazio urbano in qualcosa da rielaborare ospitando letture, azioni improvvisate, coinvolgimento dei passanti, distribuzione di doni e di racconti.

L’unica produzione di quella azione è il volantino di invito e una fotografia di gruppo dei partecipanti:

Gabrielle Buffet, Louis Aragon, Arp, André Breton, Paul Eluard, Th. Fraenkel, J. Hussar, Benjamin Péret, Francis Picabia, Georges Ribemont-Dessaignes, Jacques Rigaut, Philippe Soupault, Tristan Tzara

Un concetto di territorio nuovo, abitato e costantemente “errato” da un uomo che la usa unicamente come playground e come spazio di flanerie e di deriva, viene sognato e progettato dai dada, e poi dai surrealisti, dai situazionisti, dagli scultori minimalisti americani, dai landartisti, fino all’arte nomade di Stalker negli anni ’90 e ai cammini contemporanei di Wu Ming.

Con la fine dell’industrializzazione  – che cerchiamo di ripulire convertendo fabbriche in musei e spazi culturali – è crollata anche la grande narrativa del progresso della civiltà e con lei hanno perso di senso anche le pratiche di esplorazione e scoperta: non c’è più nulla da scoprire, meglio usare la città post-industriale come terreno di gioco: l’atteggiamento ludico è l’unico in grado di mettere sotto scacco le logiche di produzione e di marginalizzazione.

Ecco un menù di giochi fotografici da fare su questo territorio che si possono copiare, adattare,  trasformare, stravolgere e capovolgere:



PRATICA N°1
after Hayahisa Tomiyasu
invece di vagare per il territorio, scegli un posto fisso e osserva come il territorio ci interagisce. Fai 10 fotografie diverse di cosa succede nello stesso posto.

Hayahisa Tomiyasu è diventato famoso per il suo lavoro PPT (ping pong table) che contiene una selezione di 110 immagini dello stesso tavolo da ping pong in un giardino pubblico di Leipzig, dove viveva e studiava, che lui ha fotografato, sempre nello stesso modo, quasi ogni giorno per 4 anni, dalla finestra della sua camera.
Il tavolo diventa qui un dispositivo per rappresentare come la gente interagisce con lo spazio pubblico e con le altre persone e, per sineddoche, come usiamo lo spazio urbano.

TIPS: SCEGLI UN POSTO CHE GIÀ CONOSCI E CHE È FREQUENTATO DALLA GENTE DEL POSTO E DAI VISITATORI, PIAZZA LA MACCHINA IN UN PUNTO FISSO E DOCUMENTA TUTTO QUELLO CHE SUCCEDE. SCATTA MOLTO, DOVRAI DECIDERE DOPO QUALI IMMAGINI SONO VENUTE BENE.

More about Hayahisa Tomiyasu:
http://www.tomiyasuhayahisa.com



PRATICA N°2
after Mario Cresci
METTI IN CONTATTO PRESENTE E FUTURO del territorio FOTOGRAFANDO alcuni ABITANTI, DENTRO LA PROPRIA ABITAZIONE, MENTRE REGGONO UN OGGETTO O UNA FOTO APPARTENUTO AI LORO ANTENATI.

Mario Cresci negli anni ’60 viene inviato a Matera con il gruppo ci sociologi e urbanisti incaricato di redigere il piano regolatore di un territorio che allora era considerato arretrato perchè a vocazione agricola, nell’Italia del boom economico.
Cresci sa benissimo che le fotografie producono memoria e decide di farle cortocircuitare con altre fotografie e quindi altre memorie di un altro passato.

TIPS: PARTI DALLE FAMIGLIE O DALLE PERSONE CHE GIÀ CONOSCI E FATTI AIUTARE A TROVARNE ALTRE. SPIEGA SEMPRE IL TUO PROGETTO, DIGLI DI MOSTRARTI DELLE VECCHIE FOTO E CHIEDIGLI SE PUOI FOTOGRAFARLE. SCEGLI UNO SFONDO (TAVOLO, PAVIMENTO, MURO, COPERTA, TOVAGLIA…) CHE NON CONFONDA LA VISIONE DELL’IMMAGINE DENTRO LE FOTOGRAFIE. DOPO CHIEDIGLI DI TENERLA PER FOTOGRAFARE ANCHE LORO.
FATTI RACCONTARE UNA BREVE STORIA DELLA FAMIGLIA (DA DOVE ARRIVA, DI DOVE ERANO GLI. ANTENATI, CHE LAVORO FANNO O FACEVANO) DA INCLUDERE SE VUOI NELLE DIDASCALIE.
NON DEVI PER FORZA FARE I TRITTICI. PUOI ANCHE FARE UNA FOTO PER FAMIGLIA O DUE, O ANCHE LIMITARTI ALLE FOTO DELLE FOTO TROVATE.

More about Mario Cresci:
https://www.mariocresci.it



PRATICA N°3
after VITO Acconci
SEGUI una persona che cammina nel territorio interessato e come un detective documenta il suo percorso con 10 fotografie. Se entra a casa, o in un posto in cui non puoi seguirlo, comincia a seguire un altro ancora… e un altro ancora… e un altro ancora.

Nel 1969 Vito Acconci a New York si accorge che i suoi concittadni attraversano la città come automi, assorbiti dalla routine e dalla contemporaneità. Succede anche a noi: è più facile per un forestiero che per un local “scoprire” qualcosa di nuovo di un territorio. Come fare a liberarsi di se stessi e del proprio punto di vista? Semplice, facendo decidere i percorsi a qualcun’altro.

Così inizia a seguire delle persone a caso e compone delle tavole di fotografie e testi che ne documentano i percorsi dentro la città. Così descrive il territorio in modo nuovo, ma parla anche di relazione fra concittadini, fra il sé e l’altro, fra la sicurezza e la privacy,

TIPS: FOTOGRAFA SEMPRE DAL NORMALE PUNTO DI VISTA DELL’OCCHIO UMANO, COME IN UNA RIPRESA SOGGETTIVA CINEMATOGRAFICA, SENZA ASSUMERE ANGOLI STRANI O PUNTI DI VISTA TROPPO BASSI O TROPPO ALTI, IN MODO DA FAR PERCEPIRE ALL’OSSERVATORE CHE QUALCUNO STIA SEGUENDO EFFETTIVAMENTE IL SOGGETTO NELLE FOTO. FAI IN MODO CHE SI VEDANO SEMPRE I LUOGHI.

More about Vito Acconci:
https://www.moma.org/artists/53



PRATICA N°4
after Robert Smithson
PERCORRI A PIEDI LE STRADE CHE PERCORRI DI SOLITO NEL QUARTIERE MA GUARDA COSA È SUCCESSO NEL TEMPO AL TERRITORIO: SE L’INDUSTRIA DISTRUGGERÀ IL MONDO QUALI SARANNO I MONUMENTI DEL FUTURO.

Nel 1967 Roberth Smithson compie un attraversamento, attrezzato di macchina fotografica, fra New York e il paese di Passaic nel New Jersey, dove era cresciuto, e produce un breve saggio testuale e visivo in cui descrive le varie reliquie industriali  e suburbane che incontra lungo il corso del fiume Passaic, riconfigurandole in ipotetici monumenti di una civiltà a venire. Pur non essendo fra le sue opere più conosciute, “A tour of the monuments of Passaic, New Jersey” ci da un esempio chiarissimo della funzione di riconfigurazione di un immaginario di un dato paesaggio che può avere la pratica artistica.

TIPS: GUARDA E FOTOGRAFA TUTTO, IN ALTO IN BASSO A TERRA SOTTO SOPRA DI LATO, TUTTO ANCHE LE COSE Più INSIGNIFICANTI POSSONO ESSERE PARTE DI UN TOUR DI MONUMENTI.

More about Robert Smithson:
https://www.kabulmagazine.com/robert-smithson-monument-passaic-new-jersey/
https://holtsmithsonfoundation.org/tour-monuments-passaic-new-jersey



PRATICA N°5
after henk Wildschut
Ah, le piantine! fotografa 10 piantine che la gente mette fuori casa per parlare di come gli abitanti del territorio creano una relazione fra la loro casa e lo spazio pubblico.

Fra il 2010 e il 2015 Henk Wildschut aveva fotografato a più riprese il grande insediamento informale  (nei pressi di Calais sulla sponda francese del canale della Manica) che i migranti avevano progressivamente costruito fermandosi lì prima di tentare di attraversare il mare per arrivare in Inghilterra. Durante quei lavori aveva notato una fenomeno sorprendente: le persone, anche nei momenti più difficili, anche se stanno compiendo un viaggio terribile in fuga da guerre e carestie, anche se non hanno nient’altro, trovano il tempo di prendersi cura di una piantina. Perché una piantina in cortile ti fa sentire a casa ma non è solo per te, serve anche a creare un ponte con l’esterno, con i tuoi vicini, con lo spazio degli altri.

TIPS: FOTOGRAFA LA PIANTINA SEMPRE CON LA MACCHINA DRITTA E “IN BOLLA” E SEMPRE MESSA AL CENTRO DELL’ALTEZZA DELLA PIANTA IN MODO CHE TUTTE LE FOTO ABBIANO UNA RELAZIONE SIMILE CON L’OGGETTO PIANTINA. CERCA DI TENERE DEGLI SFONDI OMOGENEI, COME SE FOSSSE UN ERBARIO DI PIANTE SU FONDO BIANCO.. OPPURE MOSTRACI NELLO SFONDO LA CASA DELLE PERSONE A CUI LA PIANTINA APPARTIENE. OPPURE CHIEDIGLI DI TENERE LA PIANTINA IN MANO PER INCLUDERLE NELLA FOTO.

More about Henk Wildschut:
https://henkwildschut.com



PRATICA N°6
after berndt & Hilla Becher
FOTOGRAFA IN MODO SERIALE E RIGOROSO 10 EDIFICI, STRUTTURE O IMPIANTI APPARTENENTI ALLA STORIA INDUSTRIALE DEL QUARTIERE.

Berndt e Hilla Becher già dal 1970 capiscono che l’impero dell’industria era in declino. Le fabbriche non sono più simbolo della magnificenza del progresso umano – come era stato nel XIX secolo (durante il quale non a caso è inventata anche la fotografia) e per metà del xx secolo – ma reperti,  come in un teca di un museo, di un passato glorioso e fallito.

Lo esprimono “Anonyme Skulpture: Eine Typologie technischer Bauten” una catalogazione di strutture industriali nei grandi distretti produttivi tedeschi del passato, durata più di 30 anni.

  

TIPS: MANTIENI UNA RELAZIONE COSTANTE CON GLI EDIFICI, OVVERO FAI IN MODO CHE L’EDIFICIO OCCUPI Più O MENO SEMPRE LO STESSO SPAZIO ALL’INTERNO DELL’INQUADRATURA. USA IL CIELO IN MODO CHE DIVENTI UNO SFONDO UNIFORME.

More about Berndt and Hilla Becher:
https://www.tate.org.uk/art/artists/bernd-becher-and-hilla-becher-718/who-are-bechers



PRATICA N°7
after ED RUSCHA OR AFTER Michael Wolf
SCEGLI UN PERCORSO O UN’AREA DA SCANSIONARE INDISCRIMINATAMENTE COME SE TU STESSO FOSSI UN APPARATO DI REGISTRAZIONE METODICO E SENZA EMOZIONI. COME LA MACCHINA DI GOOGLE MA ANCHE COME ED RUSCHA O MICHAEL WOLF.

Ed Ruscha sceglie un percorso orizzontale e lineare e traduce in linea retta sia la sua pratica fotografica nello spazio, fotografando a intervalli regolari ciò che vede ai due lati della strada,  sia l’output delle immagini.

https://harvardartmuseums.org/collections/object/191266

Michael Wolf sceglie un’area non lineare ma circoscritta, un luogo specifico, l’atrio della stazione di Shihjuku a  Tokio, fotografando con una compatta tutti gli uomini che la usano come riparo per costruirei i propri shelter di cartone. Anche qui, l’atteggiamento fotografico rimane uguale per tutti e questa uniformità ci aiuta a leggere questi soggetti non solo per l’elemento sociale ma anche per l’azione performativo-installativa del costruire qualcosa nello spazio pubblico. I box-men diventano sculture performative.

https://photomichaelwolf.com/#the-box-men-of-shinjuku-station/1

TIPS: CIÒ CHE COSTITUISCE LA SERIE NON È LA COMPOSIZIONE O IL SOGGETTO DELLA SINGOLA IMMAGINE MA LA RIPETIZIONE DEL MOVIMENTO ESEGUITO CON IL CORPO PER PRODURRE LE IMMAGINI. CONCENTRATI SUI TUOI AUTOMATISMI FOTOGRAFICI,



PRATICA N°8
after Michael Wolf (DI NUOVO)
fotografa 10 soluzioni creative utilizzate dagli abitanti per utilizzare lo spazio pubblico. Sono segni di appropriazione dolce, che raccontano un sacco del carattere delle persone.

Michael Wolf ha vissuto e lavorato per anni a Hong Kong e in altre megalopoli dell’oriente. Oltre a fotografarne i grattacieli e la densità abitativa, si è anche concentrato sulle piccole abitudini degli abitanti, che ha raccontato, attraverso le loro soluzioni informali per rendere lo spazio pubblico più utile e accogliente.
Con le sue foto riesce anche a nobilitare queste attività: attraverso l’inquadratura anche oggetti insignificanti diventano come sculture e opere d’arte.

TIPS: TIENI LA MACCHINA DRITTA E “IN BOLLA” E SEMPRE MESSA AL CENTRO DELL’ALTEZZA DEL TUO SOGGETTO IN MODO CHE CHI GUARDA ABBIA UNA RELAZIONE SIMILE CON GLI OGGETTI.

More about Michael Wolf:
https://photomichaelwolf.com



PRATICA N°9
after JOEL Sternfeld
chi sono le persone che si spostano NEL QUARTIERE? e chi di loro ha tempo per fermarsi 5 minuti per fare un ritratto? fotografa 10 persone incontrate per strada per caso. MA fatti RCCONTARE UNA STORIA: nome, etÀ dove stanno andando e da dove vengono, COSA LI LEGA A QUESTO QUARTIERE.

Sternfeld raccoglie nel 2001 una serie di ritratti fatti in luoghi a lui familiari. Fotografare chi incontra è un processo di conoscenza, per indagare il proprio paesaggio in relazione con l’incontro con l’altro e indagare come il paesaggio si modifica in base a chi lo attraversa.

TIPS: GUARDA COME STERNFELD TIENE LA PROPORZIONE DELLA PERSONA DENTRO L’INQUADRATURA IN MODO SEMPRE UGUALE. QUESTO CI AIUTA A RELAZIONARTI NEI CONFRONTI DI TUTTI NELLO STESSO MODO. USA LA PAROLA PER MANTENERE IL SOGGETTO A TUA DISPOSIZIONE. AD ESEMPIO CHIEDIGLI I DATI PERSONALI PER LE DIDA MENTRE INQUADRI, ALMENO IL NOME E L’ETÀ O FATTI RACCONTARE COSA PENSANO DURANTE LA POSA.

More about Joel Sternfeld:
https://www.joelsternfeld.net



PRATICA N°10
after ari marcopoulos
racconta il paesaggio urbano del qiuartiere attraverso la documentazione delle azioni sullo spazio urbano realizzate dagli street artists locali. cosa rivelano i muri del territorio del malcontento dei suoi abitanti? fotografa 20 muri.

Ari Marcopoulos ha realizzato la serie di 352 fotografie “Exarcheia Athens Sunday Feb.5.2017 13:07-16:51” nel quartiere del centro di Atene noto come il quartiere storico dell’anarchismo greco.

In questo modo è riuscito a dare un ritratto inedito della città in un momento significativo della sua storia, alla fine della dura crisi economica che aveva colpito la Grecia durante gli anni 2000.

TIPS: VIAGGIA A PIEDI O IN BICI, FOTOGRAFA MOLTO, POSSIBLMENTE RIMANI FRONTALE RISPETTO AL MURO EO SE SCEGLI DELLE VISTE OBLIQUE CERCA DI MANTEENERLE COSTANTI. INCLUDI LA STESSA PORZIONE DI MARCIAPIEDE O SELCIATO IN TUTTE LE FOTO, SCEGLI SE FARE TUTTO ORIZZONTALE O TUTTO VERTICALE.

More about Ari Marcopoulos:
http://arimarcopoulos.net



PRATICA N°11
after Irving Penn
FOTOGRAFA 20 OGGETTI TROVATI per strada SU UN FONDO BIANCO E PULITO.

Irving Penn era un fotografo famosissimo di moda e frequentava gl ambienti più esclusivi della New York degli anni 70. Ma, aveva uno spirito punk e decise di parlare dei suoi concittadini e delle strade della sua città fotografando solamente, ingranditi e messi su uno sfondo bianco, come si faceva per gli still life degli oggetti di design sui cartelloni pubblicitari, dei mozziconi di sigarette trovati sui marciapiedi.
Dimostrò con queste immagini, che la bellezza è dappertutto e che le tracce lasciate dalle persone, raccontano un sacco di loro stessi e dell’ambiente in cui vivono e lavorano.

 

TIPS: PUOI ESPLORARE IL PAESAGGIO IN CERCA DI OGGETTI E FOTOGRAFARLI SUBITO, MA DEVI AVERE CON TE LO SFONDO DA UTILIZZARE PER TUTTE LE FOTO. OPPURE PUOI RACCOGLIERLI, ANNOTARE IL LUOGO IN CUI LI HAI TROVATI (CHE PUÒ ESSERE LA DIDASCALIA DELLA FOTO) E POI FOTOGRAFARLI  UNO DOPO L’ALTRO IN UN AMBIENTE PIÙ COMODO E TRANQUILLO SU UN FONDO FISSO E CON LA STESSA LUCE.

More about Irving Penn:
https://irvingpenn.org



PRATICA N°12
after Trish morrissey
fai 10 foto di gruppo o coppia in cui CI SEI ANCHE TU.

Anche tu sei un “abitante” del quartiere quindi sei qualificato per diventarne un elemento della sua narrazione.

Trish Morrissey incentra tutta la sua pratica artistica sulla confusione della narrazione che le fotografie possono generare, sulla nostra percezione del linguaggio delle immagini, sui confini, individuali, morali o sociali che ci poniamo nella relazione con gli altri.

TIPS: SCEGLI UN POSTO DOVE LA GENTE PASSA IL TEMPO LIBERO ED È RILASSATA, ATTACCA BOTTONE CON TUTTI, SPIEGAGLI CHE SEI UN ARTISTA E CHE LAVORI SULLE RELAZIONI INTERPERSONALI. CHIEDI A QUALCUNO DEL GRUPPO DI FOTOGRAFARTI O FATTI AIUTARE DA UN PASSANTE A CUI POI PROPORRAI LA STESSA FOTO INSIEME.

More about Trish Morrissey:
https://trishmorrissey.com



PRATICA N°13
after WALKER EVANS
SALI SUI MEZZI PUBBLCI E “SPIA” CON LA MACCHINA FOTOGRAFICA I TUOI COMPAGNI DI VIAGGIO.
fai 10 foto.

Il grande fotografo documentarista Wlaker Evans fece una speciale modifica alla sua macchina fotografica per poterla nascondere nel suo vestiario e scattare delle fotografie senza essere visto nella metropolitana della sua città.
Questi ritratti, oltre ad essere pregevoli e divertenti, ci consegnano oggi un ritratto collettivo della New York degli anni 30 che, senza questa pratica, sicuramente non avremmo mai avuto.

TIPS: LE MACCHINE FOTOGRAFICHE DEGLI ANNI 30 ERANO INGOMBRANTI E RUMOROSE. OGGI NON C’È BISOGNO DI MODIFICHE TECNICHE E TRAVESTIMENTI: I NOSTRI CELLULARI SONO GIÀ SUFFICIENTI A FOTOGRAFARE INOSSERVATI. COMINCIA A FARE PRATICA DA SUBITO, QUI IN CLASSE. TOGLI L’EFFETTO SONORO DELLO SCATTO. E POI SALI SU UN AUTOBUS O VAI IN UN POSTO AFFOLLATO.

More about Walker Evans:
https://www.moma.org/artists/1777



PRATICA N°14
after GARRY WINOGRAND or Mark cohen
PIÙ VICINO PIÙ VERO. prova a vedere qual’È la distanza minima a cui riesci a fotografare uno sconosciuto.

Garry Winogrand e Mark Cohen, fra i grandi della street photography americana, avevano un modo personalissimo di avvicinare i loro soggetti: lo facevano letteralmente e tantissimo! Un po’ insinuandosi silenziosamente, un po’ diventando così evidenti da generare confusione e dubbio. Ma sempre riuscendo a non oltrepassare mai la linea oltre la quale il soggetto si spaventa o si arrabbia davvero. È possibile utilizzare questa modalità nelle nostre città e con la considerazione che abbiamo oggi delle macchine che producono immagini?

TIPS: MMMH. NON CE NE SONO. NON ESISTE UNA REGOLA SULLE RELAZIONI UMANE. OGNUNO HA IL SUO MODO. BISOGNA SICURAMENTE ESSERE BRAVISSIMI A LEGGERE I SEGNI CHE GLI ALTRI MANDANO E SENSIBILISSIMI NEL CAPIRE L’EFFETTO DELLE PROPRIE AZIONI.



PRATICA N°15
after studio figure
non limitarti a guardarlo il territorio, cambialo! costruisci 8 sculture effimere con materiali ritrovati nel paesaggio e fotografale come fossero dei nuovi monumenti.

Nel 2021 a Trani, in provincia di Bari, abbiamo pensato di ricreare l’immaginario del paesaggio marginalizzato delle cave di marmo locale (conosciuto come la pietra di Trani) ormai da tempo abbandonate, inscenando ritrovamenti di misteriosi manufatti e monumenti, per farli diventare, una volta ri-fotografati, una nuova iconografia, fresca e rinnovata, ma anche immaginifica e misteriosa, da restituire alla città con una mostra nella piazza principale.

TIPS: GUARDATI INTORNO, C’È SEMPRE QUALCOSA DA TRASFORMARE IN UNA SCUTLTURA. E, ANCHE SE SI CHIAMANO MONUMENTI, LE DIMENSIONI NON CONTANO, PERCHÈ CON LA FOTOGRAFIA PUOI FAR SEMBRARE ENORME ANCHE UNA COSA MOLTO PICCOLA.
IL QUARTIERE È IL TUO PLAYGORUND.